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SALMO 72

SALMO 72

 

NT

 

5              Gv 9,2 Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?

8b              2Pt 2,18 Tengono discorsi gonfiati e vani

10              Lc 14,8 Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto

              Gd 16 La loro bocca proferisce parole orgogliose

14b              Eb 12,5 Il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio

              Ap 3,19 Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo

17d              Fil 3,19 La perdizione però sarà la loro fine

              1Ts 5,3 Allora d`improvviso li colpirà la rovina

25b              Fil 3,8 Ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo

28              Gc 4,8 Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi

              1Cor 6,17 Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito

28b              Eb 6,19 Affrettiamoci ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti. In essa infatti abbiamo come un`ancora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell`interno del velo del Santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore

 

PP

 

              GREGORIO NISSENO, Tr. 1 in Ps, c. 6: Introduzione al terzo Libro dei Salmi e visione d`insieme sul salmo 72. La cerva del Libro II ha bevuto l`acqua viva (cfr. Sal 41,1): essa le ha comunicato qualcosa della visione divina e della forza divina; contempla le cose nel loro essere profondo. Il Libro III si apre sulla domanda fondamentale: come mai la giustizia di Dio permette l`ingiustizia dei casi di questa vita, in cui la felicità non corrisponde al merito? Spesso uno stesso uomo riunisce in sé tutte le malvagità e tutti i successi. La giustizia ha pur sempre corso, ma è un fatto: il giusto ha una vita infelice e disgraziata. Come scegliere, allora, la via della virtù? Ma chi ha già innalzato la sua anima ed abbassa lo sguardo come dall`alto su cose che gli sono già lontane, vede con evidenza il giudizio che separa il vizio e la virtù: questo giudizio dà inizio al futuro, non al presente. L`occhio dello spirito, fatto conforme alle cose dell`alto, vede come presente la ricompensa riservata alla speranza del giusto. Supera tutto ciò che cade sotto i sensi e, ammesso alla soglia del cielo, condanna la follia di quelli che affidano ai loro sensi il discernimento del bene, abdicando alla loro anima. E come un uomo che, nato in una buia prigione, sia portato in piena luce. Racconta le meraviglie che vede ora e confessa di essere stato come un giumento, quando viveva nelle sue tenebre. Ma Dio l`ha preso per mano e gli ha mostrato direttamente la sua gloria. E questo che significa: Sono diventato come un giumento davanti a te. Il salmista aggiunge: e io sono sempre con te, per insegnarci che, dopo essere stato bestia da soma, l`uomo può vivere l`unione con Dio.

              ... nella tua volontà, che sola può guidare l`uomo verso la giustizia e l`onestà. Con gloria: bel contrasto tra la vergogna del salmista e la gloria. La gloria è come il veicolo, come un`ala che innalza l`uomo a Dio.

              Che cosa c`è per me in cielo? Ogni bene, a profusione. E da te, che cosa ho voluto sulla terra? Ahimé, quanti sanno di avere un tesoro nei cieli e pur domandano a Dio le miserabili vanità che fan girare la testa al genere umano!

              Per me è bene stare attaccato a Dio: è come appena nato. Chi aderisce a Dio con la speranza è divenuto Uno con Dio.

 

1              ORIGENE: Dio è buono con tutti: Salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono (1Tm 4,10).

 

              ATANASIO: Il salmista nota dapprima le riflessioni che l`uomo fa, preso alla sprovvista nel vedere la felicità degli empi. Poi insegna quale sarà la loro fine, affinché sopportiamo senza angoscia le disuguaglianze di questa vita.

 

              AGOSTINO: Ha corso il rischio di inciampare e cadere, ardendo di zelo contro i peccatori.

 

              CASSIODORO: Come mai i nemici di Dio possono riuscire in tutto, malgrado ardiscano levare la loro bocca fino al cielo? Ma il salmista ritorna a pensieri retti ed arrossisce d`essere stato meschino: attenderà che Dio gli faccia vedere la fine degli empi. Le loro astuzie attirano sugli empi il castigo, mentre Dio libera i giusti.

              Il salmista s`accorge che i suoi pensieri lo sviano, e si condanna da sé con l`esclamazione iniziale: pensavo che Dio ha torto nel tollerare il successo degli empi, ma era un pensiero sacrilego.

              Recto corde: raddrizzati cuor mio!

 

2              ORIGENE, Pitra, Anal. 3: Le tentazioni.

 

              GIROLAMO: Il suo cammino verso Dio era compromesso, perché invidiava la prosperità degli empi.

 

              CASSIODORO: Riconosce il suo errore: che il governo divino mi sia dispiaciuto è già un esser quasi caduto. Scivolavo... Dall`istante in cui il nostro spirito si distoglie dalla verità, è instabile come l`elemento liquido.

 

3              ATANASIO (vv. 3-5): La tranquillità degli empi, che dura tutta la vita e si estende fino alla loro morte. Anche se li coglie qualche piccolo castigo, non è grave.

 

              CASSIODORO: Sì, ero invidioso; era troppo duro vedere la loro tranquillità. Ah, qual gelosia mal posta invidiare questi infelici! La pace dei peccatori: questa pace sul piano visibile inganna il nostro sguardo, ma non la nostra intelligenza.

 

3b              ORIGENE: La pace: qui, il corso tranquillo della vita.

 

4              ORIGENE: Non pensano alla morte. Pitra: Fremo nel vedere la pace degli empi e persino la loro morte tranquilla. Tutti sceglierebbero di essere come loro.

 

              EUSEBIO: Chi non si augurerebbe la loro sorte? Perfino nella morte hanno fortuna.

 

              ATANASIO: Ho quasi desiderato d`essere come gli empi. Essi non considerano che sono come gli altri uomini e che devono un giorno essere giudicati con loro.

 

              AQUILA: Non amarezza nella loro morte.

 

              SIMMACO: Non pensano alla morte.

 

              CASSIODORO: Ha la lezione: non est declinatio morti eorum e interpreta: Non c`è morte prematura per loro, ma Dio concede loro una tregua per pentirsi. Nec firmamentum: se capita loro un`avversità, non dura.

 

4b              EUSEBIO: La sofferenza li sfiora soltanto, non dura.

 

              SIMMACO: Le loro sofferenze durano poco.

 

              GIROLAMO: Si riprendono facilmente da ogni difficoltà.

 

5              CASSIODORO: La tribolazione in questo mondo è per i fedeli una correzione (votiva correctio). Non colpisce gli empi, perché saranno esclusi dalle ricompense future.

 

6              ATANASIO: E` perché li domina l`orgoglio.

 

              TEODORETO: L`orgoglio li domina, e poiché non fanno penitenza per i loro primi peccati, la loro iniquità si aggrava: sono avvolti nella loro ingiustizia.

 

              GIROLAMO: L`insolenza della loro fortuna fa sì che essi portino un pesante fardello d`iniquità.

 

              CASSIODORO: L`audacia impunita dei malvagi genera l`orgoglio: finiscono col credere di non essere più esposti alla sofferenza, di non aver più nulla da temere. Li possiede l`orgoglio: non possono più sfuggirgli. Operti (V) è più forte che sono avvolti. Se dicesse sono avvolti, la testa emergerebbe ancora, ma con operti essa scompare

 

              ORIGENE, Pitra: Grasso è spesso usato per indicare una buona sorte. Tutto riesce loro a tal punto che ostentano la loro iniquità come una bravata.

 

              SIMMACO: I loro occhi sono sepolti nel grasso.

 

              ATANASIO: La loro empietà è grassa ed obesa.

 

              TEODORETO: Grasso: simbolo di felicità e prosperità. In tale prosperità di vita compiono le loro azioni malvagie con totale licenza.

 

              GIROLAMO: Impinguatus est Iacob et recalcitravit (Dt 32,15). Transierunt (V): passano alla propria volontà e non a quella di Dio.

 

              CASSIODORO: La magrezza del povero lo scusa, ma questi empi fiorenti commettono peccati per scelta più che per necessità: seguono l`inclinazione del loro cuore.

 

7b              ATANASIO: Questa felicità ingiusta genera nell`anima il male allo stato abituale.

 

              AGOSTINO: Oltrepassano la misura comune.

 

8              TEODORETO (vv. 8-9): A loro non basta agire ingiustamente contro gli uomini; levano la loro parola e il loro pensiero fino al cielo.

 

8b              ORIGENE, Pitra: Non credono di essere come il resto degli uomini, persino per il giudizio di Dio!

 

              EUSEBIO E SIMMACO: Bestemmia contro Dio.

 

              ATANASIO: Bestemmia contro Dio.

 

              AGOSTINO: Non si fanno scrupolo di proclamare la loro iniquità superbamente.

 

              GIROLAMO, I. H.: de excelso loquentes.

 

              RUFINO: Iniquitatem in excelso (V): non sottovoce e timidamente, ma apertamente e con audacia, davanti a tutti.

 

9              ORIGENE: La loro lingua bestemmia Dio e ingiuria gli uomini.

 

              EFREM: L`astuzia del demonio rende l`uomo folle: fa sì che egli levi la sua bocca e bestemmi contro il cielo.

 

              GIROLAMO: Per la superbia della loro scienza, hanno parlato contro colui che abita in cielo, ma il loro parlare iniquo è stato umiliato fino a terra, e l`ha percorsa, perché non ha trovato una dimora fissa.

 

              CASSIODORO: Pongono contro il cielo la loro bocca, in due sensi: adorano gli idoli o credono che Dio non veda e non giudichi. Ha percorso la terra: quelli che parlano come se non fossero più uomini, come se fossero rivestiti di dignità immortali.

 

9b              ATANASIO: E` un modo per dire che sono vili.

 

10              PADRI: (Sulla lezione della LXX che i Padri sembrano interpretare così: Perciò il mio popolo ritornerà, e la pienezza dei tempi si compirà per lui, o presso di lui).

 

              ORIGENE, Pitra: Il pensiero del profeta è: il mio popolo avrà la sua ricompensa.

 

              EUSEBIO: La follia degli empi gioverà al mio popolo: esso ritornerà.

 

              ATANASIO: Il loro supplizio produrrà la conversione del mio popolo. Quando si vedrà come finiscono gli empi, si comprenderà che c`è un Dio che guarda le cose degli uomini. Dies pleni (V): pieni della pratica del bene. De tit.: Il mio popolo si radunerà nel mio regno; e niente in essi sarà tenebroso, ma tutto sarà luce piena.

 

              TEODORETO: Il salmista mette, per così dire, questo versetto sulla bocca di Dio che viene a consolare gli afflitti: mentre gli empi proferivano le loro bestemmie e ci tormentavano, il Signore ci ha promesso di farci ritornare (revertetur populus meus huc). Huc: Gerusalemme. Dies pleni (V): benedizione della longevità.

 

              AGOSTINO: Il mio popolo ritornerà nella pienezza dei tempi.

 

              GIROLAMO: Il Signore prende la parola: ciò vedendo, i giusti, dapprima invidiosi, ritornano a Dio per ottenere la pienezza dei giorni eterni.

 

              CASSIODORO: Il popolo ritornerà, perché riceverà l`illuminazione del Signore. Ritornerà alla verità. Dies pleni: i giorni saranno pieni quando verrà il Cristo, nella pienezza dei tempi (cfr. Gal 4,4).

 

11              ATANASIO: Gli empi diranno: Come lo sa Dio?

 

              TEODORETO: Sono i bestemmiatori che parlano.

 

12              TEODORETO: Il salmista ritorna alle sue riflessioni. In saeculo (V): la vita presente.

 

              AGOSTINO: Ecco introduce una affermazione solenne.

 

              CASSIODORO: Come se Dio avesse promesso ai giusti i piaceri di questo mondo!

 

13              ORIGENE: E` inutile servire Dio: che vantaggio riceveremo dall`aver osservato i suoi comandamenti? (Ml 3,14). Origene (Pitra) e Teodoreto: Che ci guadagno a non fare come gli altri? Nient`altro che disprezzo ed umiliazione.

 

              EUSEBIO: A che pro penare?

 

              TEODORETO: Ero combattuto: la giustizia, a che serve? 13c: Ho lavato tra gli innocenti le mie mani: mi sono conservato innocente.

 

              CASSIODORO: Il salmista continua a confessare la sua primitiva illusione: ha avuto l`impressione che ci si prendesse gioco di lui, perché non riceveva da questo mondo il frutto della sua giustizia. Ho lavato le mie mani: ho purificato le mie azioni.

 

14              TEODORETO: E in più faccio penitenza.

 

              GIROLAMO applica queste parole al Signore nella passione.

 

              CASSIODORO: Ripete anche le pene che ha subito: Flagellatus: i flagelli inviati da Dio. Per castigatio mea (V) Cassiodoro ha index meus: è il Signore Gesù Cristo che ci ha indicato la via per mezzo del Vangelo e, risuscitando al mattino, ha trasferito la nostra speranza da questo mondo all`altro.

 

14b              AGOSTINO: Al mattino (V) significa che la mia correzione non viene differita.

 

15              EUSEBIO: A che pro penare tanto? Lo pensavo ma non lo dicevo: se l`avessi detto ad alta voce, sarei stato colpevole di dare ad altri una cattiva dottrina. Avrei violato il patto della stirpe dei tuoi figli, poiché avrei adulterato l`insegnamento di tutti i santi di Dio. E se avessi insistito oltre misura per penetrare il mistero della felicità degli empi, non sarei approdato a nulla, e sarei caduto nel dubbio e nello sconforto. Ho visto che la cosa è incomprensibile agli uomini; ho quindi pensato che era meglio tacere e attendere; e ciò durerà finché non entrerò nel santuario di Dio. Abbandonando tutto alle promesse di Dio, io ho la mia risposta, la mia guarigione, il mio acquietamento e la mia consolazione. Quando arriverò alla fine della vita, comprenderò il mistero e vedrò cosa attende gli empi, perché non si deve guardare solo alla vita presente.

 

              ATANASIO: Era incerto: lo dirò? Ma allora sarei per i miei fratelli un`occasione di caduta; questo è trasgredire il patto dei tuoi figli che hanno il dovere di non essere gli uni agli altri occasione di caduta.

 

              AGOSTINO: L`uomo ha voglia di gridare che è cosa ingiusta... ma allora condanno la stirpe dei giusti? Contraddico Abramo, Isacco e Giacobbe?

 

              GIROLAMO: Se io voglio giudicare i misteri di Dio, comincio a non essere più uno dei suoi figli. Qui è il profeta che parla.

 

              CASSIODORO ha la lezione seguente: Si dicebam narrabo sic, ecce natio filiorum tuorum cui disposui. Interpreta così: Se dico al popolo le mie esitazioni, i miei dubbi, mi si erge contro tutta la mia predicazione di un tempo, quando io dicevo loro che Dio ricompensa, ecc. Come raccontar loro cosa contraria, al presente?

 

              RUFINO: La stirpe dei tuoi figli: Abramo, Isacco, Giacobbe. Essi hanno detto che Dio rende a ciascuno secondo le sue opere.

 

16              ...

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