Francesco Mattesini - La Difficile Realizzazione del Radar in Italia Prima e Durante la Guerra 1940-1945.pdf

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LA DIFFICILE REALIZZAZIONE DEL RADAR IN
ITALIA PRIMA E DURANTE LA GUERRA 1940-1945
Come fu appreso dei progressi tedeschi e britannici nella
costruzione e realizzazione del Radar a iniziare dal giugno
1940 e l’aiuto della Germania
FRANCESCO MATTESINI
Un superstite grande radiolocalizzatore tedesco Würzburg-Riese a Douvres-la Délivrande in
Normandia (Francia)
Agosto 2019
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L’origine del “Radar”
Come tutte le realizzazione della tecnica, anche il dispositivo radioelettrico per
mezzo del quale oggi è possibile localizzare un corpo e di determinarne la distanza è
nato dall’insieme di nozioni scientifiche già acquisite.
Il “radar” – termine derivante dalla frase inglese
ra(dio) d(etecting) a(nd)
r(anging):
scoperta e telemetria mediante la radio – trae infatti le sue prime origini
dalle scoperte sull’elettromagnetismo effettuate dal fisico inglese Michael Faraday,
dagli studi sul campo elettromagnetico proseguiti dal fisico e matematico scozzese
James Clerk Maxwell e, in particolare, dagli esperimenti del fisico tedesco Heinrich
Rudolf Hertz, che con un apparato di sua invenzione scoprì sperimentalmente le onde
elettromagnetiche – teorizzate da Maxwell – che dovevano costituire la base delle
radiocomunicazioni.
Su queste nozioni fondamentali lavorarono, dando un grande contributo alla
nuova scienza, due italiani: il fisico e professore bolognese Augusto Righi –
continuatore degli studi e degli esperimenti di Hertz – che fu in grado con il suo
oscillatore a sfere, di produrre sperimentalmente le prime onde cortissime sulla
lunghezza di meno di 10 centimetri, ed il suo grande allievo Guglielmo Marconi –
anch’egli bolognese – che indagando sulle onde elettromagnetiche studiate da Hertz e
dal suo insegnante, giunse a inventare la radio ed a teorizzare il fenomeno di
riflessione delle onde herziane.
Heinrich Rudolf Hertz.
Augusto Righi.
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Tale teoria doveva essere confermata qualche anno più tardi da due scenziati
anglosassoni – lo statunitense Arthur Edwin Kennelly e il britannico Oliver Heaviside
– con lo studio sul problema della rifrazione o della riflessione delle onde
elettromagnetiche su uno strato di atmosfera fortemente ionizzato.
Altri studi importanti furono poi quelli sulla ionosfera, del fisico britannico
Edward Victor Appleton, in particolare quelli sulla propagazione a distanza delle
onde radio, che gli meritarono il Premio Nobel nel 1947.
Sir Edward Victor Appleton.
Contribuirono alla nascita del Radar gli studi pioneristici sull’osservazione
delle interferenze delle onde riflesse dai velivoli; la teoria degli impulsi formulata da
Gregory Breit e da Merle Antony Tuve dell’Istituto Carnegie di Washington, i quali
nel 1926, applicando per la prima volta il principio della radiotelemetria, misurarono
per mezzo della radio la distanza della ionosfera dalla terra; le ricerche sulla
costituzione della ionosfera e sui disturbi atmosferici di natura elettromagnetica, cui
seguirono le applicazioni dell’oscillatore Magnetron, un tubo elettronico a cavità
risonante capace di generare potenti impulsi radio ad alta frequenza, preludio
all’invenzione del potente radar a microonde, realizzato dagli scienziati britannici
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John T. Randall e Henry Boot, dell’oscilloscopio a raggi catodici per una migliore
visione dell’eco, ed il fondale studio del fisico inglese Thomas Lydwell Eckersley
sulla propagazione degli echi atmosferici a grande distanza con onde corte.
Thomas Lydwell Eckersley.
Ma tutto questo mirabile complesso di opere scientifiche e tecniche non
avrebbe potuto portare ad una rapida realizzazione del Radar se con si fosse sentita
l’esigenza in diversi paesi, ed in particolare in Gran Bretagna e in Germania, di
realizzare un mezzo nuovo che servisse allo scopo di diminuire i pericoli inerenti alla
navigazione con tempo nebbioso, e per soddisfare le necessità tattiche militari, sia nel
settore aeronautico sia in quello navale.
Nel corso del periodo tra il 1934 e il 1939, gli studi per arrivare a realizzare il
radar si svolsero, indipendentemente e in gran segreto, in almeno otto nazioni:
Germania (che era certamente la più avanzata per l’integrazione tra elementi di
ricerca e industriali), Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica, Giappone, Olanda
(dove le ricerche potevano valersi dell’eccellente produzione di componenti
elettronici dell’azienda multinazionale Philips, che erano tra i migliori), Francia e
Italia.
In Germania – secondo notizie che durante la guerra furono fornite ai tecnici
italiani dagli stessi tedeschi – il problema di realizzare radiolocalizzatori venne
impostato nel 1932, assegnandovi inizialmente ben trenta ingegneri.
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L’anno
Archivio Ufficio Storico Marina Militare (da ora in poi AUSMM),
Ispettorato Artiglieria e
Munizionamento,
cartella 23
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successivo il fisico dottor Rudolf Kühnhold (inventore di uno scandaglio acustico
sottomarino realizzato nel 1939), direttore scientifico dell’Istituto Esperimenti Mezzi
d’Informazione della Marina germanica, utilizzando un oscillatore ed un riflettore
come antenna, compì a Kiel i primi esperimenti con le onde corte, utilizzando un tubo
catodico “Braun” di 13,5 centimetri.
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Agendo su un’onda continua di 1.000 herz, e
passando poi ad una lunghezza d’onda di 48 centimetri, il dottor Kühnhold riuscì a
rilevare la corazzata
Essen
ad una distanza di 600 metri, che fu poi estesa nel corso
del 1934 fino ad una portata di 15 chilometri. Da questi studi, poi ripresi da altri
tecnici, nacque il primo radiolocalizzatore per usi navali: il De.Te. “Decimeter
Telegraphen”,
ossia Telemetro Decimetrico, poi chiamato “See
Tark”.
Il dottor Rudolf Kühnhold.
Karl Ferdinand Braun, che ottenne assieme a Guglielmo Marconi il Premio Nobel per la
fisica nel 1909, realizzò l’oscillografico che sarebbe risultato la componente essenziale
dell’apparecchiatura ad impulsi dei radar moderni. Per suo merito, e del dottor Rudolf Kühnhold, la
Germania può vantare di aver realizzato i progressi più importanti nella costruzione del Radar,
apparato che negli anni ’30 erano di caratteristica superiore a quelli di ogni altra nazione.
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