Francesco Mattesini - Massacro Nell’Oceano Indiano (2021).pdf

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MASSACRO NELL’OCEANO INDIANO
IL DEVASTANTE ATTACCO DELLA MARINA GIAPPONESE
DELL’APRILE 1942
Francesco Mattesini
Portaerei
Akagi. Decollo di due caccia A6M (“Zero”)
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CAPITOLO I
LA DIFESA DI CEYLON
E IL PIANO DI ATTACCO GIAPPONESE (“OPERAZIONE C”)
Simultaneamente al micidiale attacco alla base statunitense di Pearl Harbor,
nelle Isole Haway, realizzato il 7 dicembre 1941 dalle sei portaerei giapponesi della
Forza d’Attacco (Kido Butai) del vice ammiraglio Nagumo (Akagi,
Kaga, Hiryu,
Soryu, Shokaku, Zuikaku),
nelle prime ore dell’indomani 8 dicembre i giapponesi
erano sbarcati a Kota Bharu, in Malesia, e a Singora, nel Siam (Taillandia), e diretto
attacchi aerei contro Hong Kong e Manila. Due giorni dopo la Forza Z britannica
(ammiraglio Thomas Spencer Vaughan Phillips), costituita dalle due navi da battaglia
Prince of Wales
e
Repulse
e dai quattro cacciatorpediniere
Electra, Tenedos, Vampire
e
Express,
uscì da Singapore per attaccare la zona di sbarco con lo scopo di
distruggere le flotte d’invasione nipponiche. Ma scoperta il 9 dicembre dal
sommergibile giapponese
I-65
(capitano di corvetta Harada Hakue), e poi anche da
un idrovolante dell’incrociatore
Chokai
(capitano di vascello Watanabe Seishichi), la
Forza Z fu pesantemente attaccata l’indomani da 88 velivoli della 22
a
Flottiglia Aerea
della Marina Imperiale giapponese, che impiegò 61 aerosiluranti G4M (Betty) e 27
bombardieri G4M1 (Nell) degli stormi Genzan, Konoya, Minoro decollati dalle basi
dell’Indocina francese. La
Prince of Wales
e la
Repulse,
ripetutamente colpite con
siluri Tipo 91 Mod. 1 e bombe da 250 e 500 chili, affondarono entrambe. Il tutto con
la perdita, da parte giapponese, di appena quattro aerei, due Betty e due Nell.
Era la prima dimostrazione che in mare aperto, senza un’adeguata scorta navale
e soprattutto aerea, navi da battaglia potevano essere facilmente affondate dall’arma
aerea. Fino a quel momento, nelle medesime condizioni, nessuna corazzata delle
potenze belligeranti era stata affondata dall’aviazione, ma i danni riportati si
limitavano al danneggiamento.
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Al momento dell’attacco alla Forza Z la 22
a
Flottiglia Aerea aveva in carico 36
velivoli G3M nello Stormo Genzan, 36 G3M nello Stormo Minoro e 27 G4M nello
Stormo Kanoya. Alla 25
a
Flottiglia erano stati aggregati 25 caccia A6M2 mod. 21
(Zero), 12 caccia A5M (Claude) e 6 ricognitori.
Nelle settimane che seguirono al disastro della Forza Z la travolgente conquista
della Malesia e delle Indie Orientali olandesi (con le grandi isole di Borneo, Giava,
Sumatra e Celebes), obiettivi raggiunti con una certa facilità e con anticipo rispetto ai
piani, aveva aperto alla potenza del sol levante la porta dell’Oceano Indiano, mentre
4.000 km più ad est i giapponesi erano sbarcati a Salamoa e Lee, in Nuova Guinea, e
avevano raggiunto le Isole Salomone, minacciando l’Australia.
Per l’Operazione C e l’attacco a Ceylon vedi: Francesco Mattesini,
Il devastante attacco
della Marina giapponese nell’Oceano Indiano dell’aprile 1942,
Associazione Italiana
Documentazione Marittima Navale, Bollettino n. 24, p. 64-117.
1
3
La moderna corazzata britannica
Prince of Wales,
famosa per il combattimento con la tedesca
Bismarck il 24 maggio 1941 nello Stretto di Danimarca, al suo arrivo a Singapore. Pochi
giorni dopo, il 10 dicembre 1941, fu affondata presso le coste orientali della Malesia, assieme
all’incrociatore da battaglia
Repulse,
da aerosiluranti e da bombardieri della Marina
Giapponese.
La Forza Z britannica sotto l’attacco degli aerei Betty giapponesi. Una salva di bombe
inquadra l’incrociatore da battaglia
Repulse.
In basso, sulla destra della foto, la corazzata
Prince of Wales
danneggiata e in fiamme.
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Il drammatico affondamento della
Prince of Wales.
La situazione navale, dal punto di vista degli Alleati, era al suo punto più
basso. Dopo la disastrosa battaglia del Mare di Java, con i combattimenti del 26 –27
febbraio 1942 e 1° marzo,
Tra le perdite navali più gravi vi era stata, il 27 febbraio a sud di Giava, quella
dell’ex portaerei statunitense
Langley
(capitano di fregata capitano di fregata Rupert
P. McConnell), di 9.090 tonnellate, sempre ad opera di aerei della Marina giapponesi:
una formazione di nove bimotori Mitsubishi G3M (Nell) della 21
a
e 23
a
Flottiglia. Ex
trasporto
Jupiter
trasformato in portaerei nel 1922, per la sua vetustà e la scarsissima
velocità, meno di 20 nodi, nel 1937 La
Langley
era stata declassata a nave appoggio
aerei. La sua perdita fu ugualmente molto grave, in un momento difficile per le sorti
di Giava, poiché al momento dell’affondamento la
Langley
aveva a bordo trentadue
aerei da caccia P. 40 dell’Esercito che avrebbe dovuto sbarcare a Tjilatjap.
Con la perdita di Giava, le poche superstiti unità navali britanniche, olandesi e
statunitensi, si ritirarono in Australia e a Colombo, divenuta la principale base della
Flotta Orientale britannica dopo la perdita di Singapore. La Flotta statunitense del
Pacifico (Pacific Fleet), stava ancora leccandosi le ferite inflitte dai giapponesi a
Pearl Harbour il 7 dicembre, e, sotto il nuovo Comando dell’ammiraglio Chester
Nimitz, non sarebbe stata pronta per le operazioni offensive per alcuni mesi, mentre il
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controllo giapponese del Pacifico sud-occidentale sarebbe stato, per l'epoca,
completo.
L’ex portaerei statunitense
Langley,
adibita a nave trasporto aerei abbandonata ol 27
febbraio 1942 dopo essere stata colpita a sud di Giava delle bombe dei velivoli Betty della
Marina giapponese. Recuperato l’equipaggio dai caccia di scorta, la
Langley
fu affondata col
cannone e due siluri dal
Whipple.
Con la nave andarono perduti i trentadue caccia P. 40 che
l’unità doveva trasportare a Giava, dove erano attesi con urgenza.
In questa situazione, a occidente delle Indie olandesi, l’isola di Ceylon (oggi
Sri Lanka), data la posizione strategica, divenne d’importanza vitale per la difesa
dell’India e dei possedimenti britannici del Medio ed Estremo Oriente. Inoltre, dopo
la perdita della Malesia, la gomma di Ceylon era divenuta molto importante per la
Gran Bretagna, come indispensabile fonte economica di guerra.
Tutto ciò era stato discusso il 16 febbraio 1942, il giorno dopo la caduta di
Singapore, quando il Comando di pianificazione congiunta del Gabinetto di Guerra
aveva presentato una valutazione dal titolo "Politica
dell'estremo oriente"
in cui si
riportava:
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Robert Stuart,
Air Raid Colombo, 5 April 1942: The Fully Expected Surprise Attack,
The
Royal Canadian Air Force Journal Vol 3/NO. 4 Fall 2014.
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